La Comunità accoglie al massimo dodici minori che necessitano di un allontanamento temporaneo dal proprio nucleo familiare di appartenenza, in quanto in difficoltà nello svolgere il proprio ruolo educativo e socializzante. È una struttura residenziale a carattere comunitario di tipo familiare, caratterizzata dalla convivenza di un gruppo di minori con un’équipe di operatori professionali, che svolgono la funzione educativa. Lavorare in una dimensione di piccolo gruppo in uno spazio abitativo consente ai ragazzi accolti di investire o reinvestire affettivamente oggetti, arredi, ambienti come avviene in qualsiasi nucleo familiare, con educatori motivati e disposti a vivere insieme con i ragazzi, secondo le regole di una normale convivenza.
Il concetto di “Comunità Educativa Assistenziale” è il superamento di quello passato di “Istituto”. Le differenze sono, oltre che nell’organizzazione della struttura edilizia, anche e soprattutto nel diverso approccio nei confronti del minore.
La Comunità Educativa Assistenziale privilegia una prospettiva di “porte aperte” e lascia al minore, a seconda della sua età, delle sue capacità e delle esperienze passate, spazi di autonomia, sia all’interno, sia all’esterno, come farebbe un qualsiasi genitore.
Dovere della comunità è seguire il minore in un progetto unitario, che preveda tanto la “sorveglianza” quanto l’educazione, il tutto improntato ad un rapporto di fiducia che deve essere concesso dalla comunità, ma anche accettato e corrisposto dal minore.
La cooperativa, oltre alla gestione della C.E.A., promuove percorsi formativi, di sensibilizzazione, di inclusione rivolti a minori in difficoltà di tutto il territorio diocesano, fornisce attività di supporto e consulenza attraverso i propri operatori alle realtà che ne facciano richiesta, sia attraverso rapporti diretti, sia nell’ambito di progettazioni di rete.